Vale la pena fare il videomaker nel 2025?

Il mondo del videomaking è in continua evoluzione, e con l’avvento delle nuove tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale e strumenti digitali sempre più accessibili, molti si chiedono se valga ancora la pena intraprendere questa professione. La risposta è sì, ma con alcune precisazioni.
Le nuove tecnologie e la concorrenza
Negli ultimi anni, la diffusione di smartphone di alta qualità, app di editing video intuitive e strumenti AI per la creazione di contenuti ha democratizzato il videomaking. Oggi, chiunque può realizzare un video decente con pochi clic. Questo ha inevitabilmente aumentato la concorrenza, soprattutto in settori come i contenuti per i social media, dove la velocità e la quantità spesso prevalgono sulla qualità.
Tuttavia, questo non significa che il ruolo del videomaker professionista sia diventato obsoleto. Al contrario, le nuove tecnologie stanno ridefinendo il mercato, creando nuove opportunità per chi sa distinguersi attraverso competenze tecniche, creatività e un approccio professionale.
Il fenomeno degli "improvvisati"
Un aspetto che non può essere ignorato è l’aumento di figure che, pur non avendo competenze tecniche approfondite né una formazione specifica, si propongono come videomaker a prezzi molto bassi. Spesso si tratta di persone che lavorano in modo amatoriale, utilizzando attrezzature basiche come smartphone o fotocamere entry-level, e che offrono servizi a costi estremamente competitivi.
Questo fenomeno può rappresentare una sfida per i professionisti, soprattutto per due motivi:
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Prezzi bassi: Gli "improvvisati" spesso non hanno costi fissi elevati (come attrezzature professionali, software costosi o spese fiscali) e possono permettersi di offrire tariffe molto basse.
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Mancanza di regolarità fiscale: Molti di questi lavoratori non sono in regola con le normative fiscali, il che permette loro di abbassare ulteriormente i prezzi.
Tuttavia, è importante sottolineare che questi servizi a basso costo raramente garantiscono la qualità e l’affidabilità di un professionista. Spesso mancano di competenze tecniche avanzate, come la gestione della luce, il montaggio professionale o la correzione del colore, e non sono in grado di affrontare progetti complessi o di grande portata.
I campi in cui il videomaker professionista è indispensabile
Mentre alcuni ambiti sono diventati più accessibili ai principianti, ci sono settori in cui la figura del videomaker professionista rimane insostituibile. Ecco alcuni esempi:
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Cinema e produzioni televisive
Le produzioni cinematografiche e televisive richiedono competenze avanzate nella regia, nell’illuminazione, nel montaggio e nella post-produzione. Qui, l’esperienza e la professionalità di un videomaker fanno la differenza. -
Spot pubblicitari e corporate video
Le aziende cercano video di alta qualità per promuovere i propri prodotti o servizi. Un professionista sa come creare contenuti che comunicano efficacemente il messaggio aziendale, utilizzando tecniche avanzate di ripresa, montaggio e color grading. -
Eventi live e cerimonie
Riprendere eventi come matrimoni, concerti o conferenze richiede non solo attrezzature professionali, ma anche la capacità di anticipare i momenti salienti e gestire situazioni impreviste. -
Documentari e reportage
Creare storie coinvolgenti e autentiche richiede un occhio esperto per i dettagli, una profonda comprensione della narrazione visiva e la capacità di adattarsi a contesti diversi. -
Videoclip musicali
Realizzare un videoclip di successo richiede creatività, coordinamento con l’artista e una visione artistica che va oltre le semplici riprese. -
Realtà virtuale e aumentata
Con l’avanzare delle tecnologie immersive, i videomaker specializzati in VR e AR sono sempre più richiesti per creare esperienze uniche e coinvolgenti.
Come distinguersi nel 2025
Per rimanere rilevanti in un mercato sempre più competitivo, i videomaker devono investire in:
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Formazione continua: restare aggiornati sulle nuove tecnologie e tecniche di produzione.
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Specializzazione: trovare una nicchia in cui eccellere, come i video aziendali, i documentari o le produzioni cinematografiche.
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Creatività: offrire un valore aggiunto attraverso storie uniche e uno stile distintivo.
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Collaborazioni: lavorare con altri professionisti del settore, come fotografi, grafici e social media manager, per ampliare la propria offerta.
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Professionalità: garantire un servizio completo, dalla pianificazione alla consegna, rispettando le normative fiscali e offrendo trasparenza ai clienti.
Conclusione
Fare il videomaker nel 2025 non solo è ancora possibile, ma può essere estremamente gratificante per chi è disposto a evolversi e ad adattarsi alle nuove sfide del mercato. Le tecnologie digitali e l’AI non sostituiranno i professionisti, ma diventeranno strumenti potenti nelle mani di chi sa usarli con maestria.
Gli "improvvisati" possono rappresentare una concorrenza a basso costo, ma la qualità, l’affidabilità e la professionalità rimangono il vero valore aggiunto di un videomaker esperto. Se sei un professionista o stai pensando di diventarlo, ricorda: il futuro appartiene a chi sa combinare tecnica, creatività e una visione chiara del proprio ruolo nel mondo dei video.
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